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Io son la rosa di Saron,
Il giglio delle valli.
Quale è il giglio fra le spine,
Tale è l'amica mia fra le fanciulle.
Quale è il melo fra gli alberi d'un bosco,
Tale è il mio amico fra i giovani;
Io ho desiderato d'esser all'ombra suae sua Is. 25.4; 32.2.,
E mi vi son posta a sedere;
E il suo frutto è stato dolce al mio palato.
Egli mi ha condotta nella casa del convito,
E l'insegna ch'egli mi alza è: Amore.
Confortatemi con delle schiacciate d'uva,
Sostenetemi con de' pomi,
Perciocchè io languisco d'amore.
Sia la sua man sinistra sotto al mio capo,
Ed abbraccimi la sua destra.
La Sposa si addormenta e sogna del suo Sposo
IO vi scongiuro, o figliuole di Gerusalemme,
Per le cavriuole, e per le cerve della campagna,
Che voi non isvegliate l'amor mio, e non le rompiate il sonno,
Finchè non le piaccia.
 
Ecco la voce del mio amico;
Ecco, egli ora viene
Saltando su per i monti,
Saltellando su per i colli.
L'amico mio è simile ad un cavriuolo,
O ad un cerbiatto;
Ecco ora sta dietro alla nostra parete,
Egli riguarda per le finestre,
Egli si mostra per i cancelli.
10 Il mio amico mi ha fatto motto, e mi ha detto:
Levati, amica mia, bella mia, e vientene.
11 Perciocchè, ecco, il verno è passato;
Il tempo delle gran piogge è mutato, ed è andato via;
12 I fiori si veggono sulla terra;
Il tempo del cantare è giunto,
E s'ode la voce della tortola nella nostra contrada.
13 Il fico ha messi i suoi ficucci,
E le viti fiorite rendono odore;
Levati, amica mia, bella mia, e vientene.
14 O colomba mia, che stai nelle fessure delle rocce,
Ne' nascondimenti de' balzi,
Fammi vedere il tuo aspetto,
Fammi udir la tua voce;
Perciocchè la tua voce è soave, e il tuo aspetto è bello.
15 Pigliateci le volpi,
Le piccole volpi che guastano le vigne,
Le nostre vigne fiorite.
16 Il mio amico è mio, ed io son sua;
Di lui, che pastura la greggia fra i gigli.
17 Ritornatene, amico mio,
A guisa di cavriuolo o di cerbiatto,
Sopra i monti di Beter,
Finchè spiri l'aura del giorno,
E che le ombre se ne fuggano.
 

e2:3 sua Is. 25.4; 32.2.