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Paolo difende la sua autorità apostolica
OR io Paolo vi esorto per la benignità, e mansuetudine di CristorCristo Mat. 11.29.; io dico, che fra voi presente in persona ben sono umilesumile ver. 10.; ma, assente, sono ardito inverso voi. E vi prego che, essendo presente, non mi convenga procedere animosamentetanimosamente 1 Cor. 4.21. 2 Cor. 13.2,10. con quella confidanza, per la quale son reputato audace, contro ad alcuniualcuni 1 Cor. 4.18. che fanno stima di noi, come se camminassimo secondo la carnevcarne 2 Cor. 1.7..
Poichè, camminando nella carne, non guerreggiamo secondo la carne (perciocchè le armi della nostra guerra non son carnaliwcarnali Efes. 6.13. 1 Tess. 5.8., ma potenti a Dio alla distruzione delle fortezze), sovvertendo i discorsi, ed ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di DioxDio 1 Cor. 1.19; 3.19.; e cattivando ogni mente all'ubbidienza di Cristo. Ed avendo presta in mano la punizione d'ogni disubbidienzaydisubbidienza 2 Cor. 13.2,10., quando la vostra ubbidienza sarà compiutazcompiuta 1 Cor. 2.9; 7.15..
Riguardate voi alle cose che sono in apparenza? se alcuno si confida in sè stesso d'esser di Cristo, reputi altresì da sè medesimo questo: che, siccome egli è di Cristo, così ancora noi siam di Cristo. Perciocchè, benchè io mi gloriassi ancora alquanto più della nostra podestàapodestà 2 Cor. 13.10., che il Signore ci ha data, ed edificazione, e non a distruzion vostra, io non ne sarei svergognato. Ora, non facciasi stima di me, come se vi spaventassi per lettere. 10 Perciocchè, ben sono, dice alcuno, le lettere gravi e forti; ma la presenza del corpo è debolebdebole 1 Cor. 2.3,4 e rif. ver. 1., e la parola dispregevolecdispregevole 1 Cor. 1.17 e rif.. 11 Il tale reputi questo: che, quali siamo assenti, in parola, per lettere; tali saremo ancora presenti, in fatti.
12 Perciocchè noi non osiamo aggiungerci, nè paragonarci con alcuni di coloro che si raccomandano loro stessi; ma essi, misurandosi per sè stessi, e paragonandosi con sè stessidstessi Prov. 27.2. ver. 18., non hanno alcuno intendimento. 13 Ma, quant'è a noi, non ci glorieremo all'infinito; anzi, secondo la misura del limite che Iddio ci ha spartito come misura del nostro lavoro, ci glorieremo d'esser pervenuti infino a voi. 14 Perciocchè noi non ci distendiamo oltre il convenevole, come se non fossimo pervenuti infino a voi; poichè siam pervenuti eziandio fino a voi nella predicazione dell'evangelo di CristoeCristo 1 Cor. 3.5,10; 4.15; 9.1.; 15 non gloriandoci all'infinito delle fatiche altruifaltrui Rom. 15.20.; ma avendo speranza, che crescendo la fede vostra, saremo in voi abbondantemente magnificati, secondo i limiti assegnatici. 16 Ed anche che noi evangelizzeremo ne' luoghi, che son di là da voi; e non ci glorieremo nei limiti assegnati ad altrui, di cose preparate per altri. 17 Ora, chi si gloria, gloriisi nel SignoregSignore Ger. 9.24 e rif.. 18 Poichè, non colui che raccomanda sè stesso è approvatohapprovato Prov. 27.2., ma colui che il Signore raccomandairaccomanda Rom. 2.29..

r10:1 Cristo Mat. 11.29.

s10:1 umile ver. 10.

t10:2 animosamente 1 Cor. 4.21. 2 Cor. 13.2,10.

u10:2 alcuni 1 Cor. 4.18.

v10:2 carne 2 Cor. 1.7.

w10:4 carnali Efes. 6.13. 1 Tess. 5.8.

x10:5 Dio 1 Cor. 1.19; 3.19.

y10:6 disubbidienza 2 Cor. 13.2,10.

z10:6 compiuta 1 Cor. 2.9; 7.15.

a10:8 podestà 2 Cor. 13.10.

b10:10 debole 1 Cor. 2.3,4 e rif. ver. 1.

c10:10 dispregevole 1 Cor. 1.17 e rif.

d10:12 stessi Prov. 27.2. ver. 18.

e10:14 Cristo 1 Cor. 3.5,10; 4.15; 9.1.

f10:15 altrui Rom. 15.20.

g10:17 Signore Ger. 9.24 e rif.

h10:18 approvato Prov. 27.2.

i10:18 raccomanda Rom. 2.29.